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SOSTIENI TRAMITE L’ART BONUS L’INTERVENTO DI VALORIZZAZIONE DEI FONDI CAL AD AQUILEIA

La Fondazione Aquileia, ente partecipato dal Ministero per i Beni Culturali, Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Udine, Comune di Aquileia e Arcidiocesi di Gorizia, è iscritta al sito dell’Art Bonus (artbonus.gov.it)

Cos’è Art bonus

Ai sensi dell'art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo", convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i., è stato introdotto un credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il c.d. Art bonus, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale.

Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

Per tutte le informazioni sulle modalità di erogazione accedere al sito artbonus.gov.it

SCHEDA INTERVENTO

L’intervento che la Fondazione Aquileia ha inserito sul sito dell’Art Bonus e che può essere oggetto di erogazioni liberali si trova al seguente link https://artbonus.gov.it/398-fondo-cal.html

Il costo complessivo dell'intervento di restauro , riqualificazione e valorizzazione dell'area archeologica del fondo CAL (case romane, I-V sec. d.C.) è di € 1.450.000,00.

Nell’area dei fondi CAL (estesa su circa 2800 mq), le indagini degli anni Cinquanta hanno messo in luce estesi resti di abitazioni private di età romana, collocate lungo uno degli assi viari principali della città, attualmente ricalcato dalla SR 352 (via Giulia Augusta).

Sono stati enucleati, in particolare, i resti appartenenti ad almeno due distinte dimore. La prima, più meridionale, si articolava intorno ad una sala da ricevimento (triclinio); la seconda si apriva su una corte centrale quadrangolare. I numerosi pavimenti musivi rinvenuti hanno permesso di datare la prima fase delle abitazioni al I secolo d.C. Varie trasformazioni succedutesi nel tempo (II-III secolo) hanno alterato la fisionomia originaria dei vani.

In età tardoantica (IV secolo), le due residenze furono unificate mediante la costruzione di una nuova grande aula centrale e la trasformazione di due sale da ricevimento della fase precedente, cui venne aggiunta un’abside sul lato occidentale. Per la sala absidata settentrionale, preceduta da una nuova corte porticata su quattro lati, fu approntato un nuovo mosaico pavimentale, tradizionalmente detto “del buon pastore” che, per il soggetto raffigurato, è stato considerato a lungo come appartenente ad un oratorio cristiano.

Considerata la quota assai bassa dei resti, è presente una stazione di pompaggio dell'acqua in eccesso.Le strutture murarie sono state in gran parte ricostruite dopo le indagini degli anni Cinquanta, con utilizzo di pietrame e mattoni legati con cemento e necessitano di un restauro. Le superfici musive sono state quasi tutte strappate dopo lo scavo e ricollocate in situ su pannelli di cemento: anche in questo caso, esse presentano in molti casi una evidente proliferazione di organismi vegetali e un accumulo di sporcizia che le rende spesso illeggibili e bisognose pertanto di restauro. Sul cosiddetto oratorio “del buon pastore” è stata costruita negli anni Cinquanta una struttura in muratura che ripropone i volumi della sala mosaicata e consente la salvaguardia del mosaico pavimentale. Tale struttura è stata oggetto di un intervento di restauro in anni recenti (1999).